le famiglie

Il suo nome completo è Clara Anna Maria Antonia Wessely. Nasce nel giugno 1815 (proprio alla chiusura dello storico Congresso di Vienna), figlia primogenita di Giuseppe (Joseph) Wessely (vedi articolo), un ricco mercante moràvo stabilitosi a Trieste, e di Elena Vianello, figlia di un altro ricco mercante veneziano stabilitosi a Salonicco(Grecia).

Della sua vita triestina quando era bambina non sappiamo nulla ma abbiamo una sua prima immagine in una deliziosa miniatura dove gioca con un tamburo.

A 18 anni sposa Gustav Adolf Fesch, un giovane tedesco (29 anni) di origine svizzera, recentemente stabilitosi a Trieste e socio della ditta di commercio "Wessely & Fesch". Da notare che a quel tempo Trieste era un vero crogiolo di popoli e razze, crocevia commerciale di tutti i porti del Mediterraneo. Clarissa è un buon esempio del suo tempo: figlia di un moràvo e di una greco-veneziana, moglie di uno svizzero-tedesco e austro-italiana lei stessa !

Molto probabilmente lo stesso anno delle sue nozze, posa per un famoso pittore, Giuseppe Tominz,(o Jožef Tominc). per il suo bellissimo ritratto. Il ritratto, oggi parte della collezione privata di uno dei suoi discendenti, è stato esposto per tre mesi al Museo Revoltella, il più importante nuseo d'arte di Trieste.

Clarissa FeschNel 1853, all'età di 38 anni suo marito muore durante un'epidemia di vaiolo rimanendo così vedova. Secondo l'anagrafe di Trieste nel 1857 abita in Città Nuova n. 887, al 2° piano (vedi mappa) questo edificio è noto come Palazzo Gopcevic, antistante al Canale, edificato nel 1850 per Spiridione Gopčević (o Gopcevich), ricchissimo mercante ed armatore di origine Serba. Forse per coincidenza (?), uno dei figli di Clarissa, Emilio Fesch, tre anni più tardi, nel 1860, sposa Adelheid (Malvina) Meticke, figlia di Ernst Meticke e Caterina Gopcevich. (sorella di Spiridione).

Alla morte del marito è una dei garanti della ditta "Wessely & Fesch", assieme al figlio Emilio. Dodici anni più tardi, quando la ditta deve chiudere per bancarotta, la sua firma è su un documento che stabilisce che tutti i beni risultanti dalla liquidazione della ditta vengano accreditati al Barone de Rittmayer.

A causa dei suoi problemi finanziari, chiede ed ottiene la restituzione di Fl. 3,100 pagati come premi sulla sua polizza vita con le Assicurazioni Generali Austro Italiche, grazie alla positiva decisione del consiglio di amministrazione del 30 marzo 1865:

Assicurazioni Generali Austro Italiche
Estratto dal Protocollo n. 800 della seduta direttoriale  il dì 30 marzo 1865.
Intervenuti lì Sig.ri. Giuseppe Morpurgo, Amb. di S. Ralli, Pasq.le Revoltella (Direttori), Sal. Parente (Vice Direttore), M. Levi (Segretario Generale) 

Il Sig. Direttore Morpurgo espone all'adunanza lo stato miserando in cui è caduta la vedova Fesch, per cui possedendo questa una polizza di Sicurtà sulla sua vita per fiorini 10.000.- sulla quale pagò i premi fin dal 1854 nella complessiva somma di F. 3100 circa già permettendogli la sua vicenda la continuazione del pagamento dei premi domanda in via di grazia che le venghi restituita in totalità la somma finora esborsata, domanda che egli trova fosse essere nell'interesse della società d'assecondare non essendo esigibile che l'inaspettato cambiamento di situazione possa influire a abbreviarle la vita. Questa mozione viene appoggiata dal Direttore Sig. Revoltella in considerazione anche delle zelanti prestazioni del defunto Sig. Fesch, già Direttore della Compagnia, e dichiara che sotto la speciale responsabilità della Direzione venghi restituita alla S.ra Vedova Fesch in totalità la somma dei premi pagati.

Molto più tardi, possibilmente attorno al 1880, abita nella Casa Duma, lo stesso edificio dove abitava suo padre Giuseppe.

Muore a Trieste nel 1894 all'età di 79 anni.

 

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